Sabato 9 luglio | ore 9 | Cinema Teatro Nuovo Aquilone

Ciro D’Emilio
presenta
UN GIORNO ALL’IMPROVVISO

In concorso nella sezione Orizzonti alla 75a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Premio Nuovo Imaie a Giampiero De Concilio
Premio FICE – Attrice dell’anno a Anna Foglietta

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Diretto da Ciro D’Emilio. Con Anna Foglietta (Perfetti sconosciuti, Si vive una volta sola), Giampiero De Concilio, Massimo De Matteo, Lorenzo Sarcinelli, Giuseppe Cirillo, Biagio Forestieri. Drammatico (88′)

Il regista

Ciro D’Emilio (Pompei, 1986) è un regista e sceneggiatore italiano. Dopo aver conseguito la laurea al DAMS all’Università degli studi di Roma Tre, lavora come assistente alla regia per Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini. Ha realizzato diversi cortometraggi ottenendo consensi in tutto il mondo. Il suo ultimo corto, Piove (2017), ha partecipato ad oltre 60 festival in tutto il mondo ricevendo diversi premi.

Nel 2018 scrive e dirige il suo primo lungometraggio, Un giorno all’improvviso, in concorso nella sezione Orizzonti alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ha fondato l’Accademia del Cinema Renoir, della quale è anche docente, e un importante evento cinematografico: il Pitch in the Day, il più grande speed date italiano dedicato ai giovani autori cinematografici emergenti. Ha già vinto svariati premi tra cui il Vesuvio Award – miglior cortometraggio al Napoli Film Festival 2017, il Premio Euroshort al SediciCorto Film Festival 2017 e il premio di miglior cortometraggio al Reale film Festival 2017. Ha partecipato al Tirana International Film festival e al Festival del Cinema Italiano di Madrid.

Ciro D'Emilio
Ciro D’Emilio (foto di Kimerly Ross)

La storia

Antonio ha diciassette anni e un sogno: essere un calciatore in una grande squadra. Vive in una piccola cittadina di una provincia campana, una terra in cui cavarsela non è sempre così facile. A rendere ancora più complessa la situazione c’è la bellissima Miriam, una madre dolce ma fortemente problematica che lui ama più di ogni altra persona al mondo. Inoltre Carlo, il padre di Antonio, li ha abbandonati quando lui era molto piccolo e Miriam è ossessionata dall’idea di ricostruire la sua famiglia.

Per fortuna c’è il calcio e soprattutto i suoi amici: Stefano Caccialepre, il centravanti della squadra e Peppe Lambiase, il fantasista, dalla battuta sempre pronta, perditempo per vocazione e con il fiuto per cacciarsi sempre nei guai. All’improvviso la vita sembra regalare ad Antonio e Miriam una vera occasione: un talent scout, Michele Astarita, sta cercando delle giovani promesse da portare nella Primavera del Parma e quando lo vede giocare, Antonio in campo è una vera rivelazione. Ma ogni sogno ha un prezzo molto alto da pagare.

Note di regia

Quando ho deciso di realizzare Un giorno all’improvviso volevo una storia priva di compromessi, radicale, estrema. Raccontare il tema dell’abbandono dell’adolescenza attraverso una storia d’amore tra un figlio e una madre mi ha permesso di rendere tutto più concreto, visibile, tangibile. La scelta ardua è stata quella di abolire ogni possibile punto di vista diverso da quello del protagonista, Antonio. Attraverso la messa in scena e la scelta fotografica ho voluto estremizzare questo concetto lasciando i personaggi sempre in risalto rispetto all’ambiente che li circonda. Antonio e noi di conseguenza, viviamo e crediamo a tutto quello che accade e accettiamo tutto quello che gli (ci) succede, dimenticando quasi ogni volta che da soli è dura farcela senza prendere delle sonore batoste. Perché un giorno, all’improvviso, la vita ti si rovescia contro.

I film che hanno ispirato la scrittura della sceneggiatura (e che saranno un punto di riferimento per la regia del film) sono principalmente: Sweet Sixteen (2002, K. Loach), dove il sedicenne Liam sogna una famiglia unita e una vita dignitosa. Volti veri, netti e un costante viaggio nell’universo del protagonista; La Schivata (2003, A. Kechiche), che sullo sfondo di una banlieue parigina mostra la difficile storia d’amore tra due adolescenti. Recitazione spontanea e ambientazione di periferia, oltre che un utilizzo eccelso della camera coinvolta; L’Enfant (2009, J.P & L. Dardenne), dove Bruno e Sonia, giovanissimi, devono gestire un bambino appena nato. Supremo nelle ambientazioni, tanto crudele quanto realistico; Guida per riconoscere i tuoi santi (2007, D. Montiel), opera prima di Dito Montiel alle prese con i drammatici eventi autobiografici dell’estate del 1986. Grazie anche a un linguaggio visivo pieno di sporcature e a un utilizzo filologico dei dialetti, il racconto ci arriva carico di poesia e dolore. (Ciro D’Emilio)