Il cinema illumina le aule scolastiche

Uno dei pilastri del Lecco Film Fest è il corso di formazione “Luci sui personaggi” che dal 5 al 9 luglio ha coinvolto i ragazzi delle scuole superiori del territorio in un’esperienza di educazione allo sguardo sul cinema e sulla realtà attraverso le immagini in movimento. «I ragazzi hanno una sensibilità tecnica per la manipolazione delle immagini spiccata grazie all’utilizzo quotidiano delle tecnologie sul pc e sugli smartphone, ma hanno bisogno di essere guidati e formati nello sguardo» ha introdotto la curatrice del festival lecchese, Angela D’Arrigo, che ha aggiunto: «I ragazzi del corso hanno detto di Ciro D’Emilio – regista e loro docente per un giorno -: “Ci ha sbattuto il mondo in faccia attraverso il cinema”. Come si ottiene questa reazione da loro attraverso il cinema?» La risposta del regista è stata di spessore e applaudita: «La nascita dei personaggi e la loro crescita narrativa dentro un film viaggia allo stesso ritmo di come una persona, ma soprattutto i ragazzi e le ragazze, crescono e fanno esperienze di vita. I film parlano di loro e loro possono ritrovarsi, imparare e sviluppare le loro passioni come dentro i film», spiega il regista che è anche direttore dell’Accademia di cinema Renoir.

Il “Piano Nazionale Cinema a Scuola” varato dal Governo è ambizioso e porta il cinema al centro della scuola. Si propone come strumento di formazione e coinvolgimento dei più giovani, integrando l’ordinaria programmazione scolastica con momenti di formazione attraverso la pratica e l’esperienza: «Non basta però portare il cinema in classe, ma occorre anche abituare, educare i ragazzi ad andare al cinema, a vivere l’esperienza collettiva e condivisa, anche sul piano emozionale recuperando la cesura causata dall’interruzione delle attività extra scolastiche durante la pandemia. I ragazzi al cinema però vogliono e devono avvicinarsi, ma non per fare i registi o gli sceneggiatori. Infatti credo che il fare film non lo si insegni, lo si impara solo. Il cinema li aiuta ad essere protagonisti nella vita, perché è autentico, non come i social che ti dicono “abbi successo”. E basta», conclude D’Emilio che apre però alla riflessione sociale ed educativa che in questo periodo fanno gli esercenti, insieme ai registi e ai professionisti della formazione su come “agganciare” i giovani: «La visione collettiva di un film non può prescindere dal luogo in cui avviene: si vedono in sala. La nostra a Brugherio è da 40 anni al servizio della comunità. Anche i giovani sono membri della comunità, noi dobbiamo progettare anche per loro, anche dentro la scuola. Che si è chiusa per via del virus, nulla esce ed entra, a meno che non ci siano docenti appassionati. All’oratorio di Brugherio questa estate abbiamo attivato un cinema-lab per i bambini tra i 9 e i 13 anni: è stato un successo. Certe passioni e un’educazione dello sguardo abbiamo voluto arrivasse loro prima possibile», racconta Angelo Chirico, direttore del cinema e teatro San Giuseppe di Brugherio.

Le storie dei protagonisti nei film – come nei libri – fanno da apripista per coinvolgere i ragazzi: «Il cinema ha un dimensione collettiva. Lo si guarda insieme e lo si analizza dialogando tra chi l’ha visto», racconta Luigi Ballerini, scrittore per ragazzi e orientatore. Che aggiunge: «Il cinema è democratico, arriva ai ragazzi anche laddove le lezioni tradizionali non coinvolgono determinati studenti. Ma ecco che quando ci sono progetti che portano i film guardati in classe, tutti insieme, questo fenomeno da solo muta il loro approccio nella ricezione di temi e argomenti profondi e complessi».

Quello che un libro e un film fanno non è solo un raccontare la realtà, ma anche plasmarla: «Credo, – conclude Ballerini – che chi racconta una storia attraverso un film o un libro abbia la responsabilità morale di testimoniare tutte le sfaccettature di cui la realtà è fatta. Il rischio che vedo nel cinema è che ai vecchi stereotipi, se ne sostituiscano di nuovi, meno percepibili perché più recenti, ma così si plasma la visione della realtà dei giovani. Scrivere film, e anche libri, moralmente deve restituire la complessità della vita e le sue sfaccettature, perché hanno un potere in-formativo del mondo e della visione che i ragazzi hanno di ciò che accade».

Si guardano allo specchio realtà e cinema all’interno dei film. Realtà e cinema guardano negli occhi i giovani al Lecco Film Fest, grazie a esperienze come il corso “Luci sui personaggi”, vissute dai ragazzi, premiati al termine dell’incontro, dal presidente della Fondazione ente dello spettacolo – che organizza il Lecco Film Fest – monsignor Davide Milani. Ma anche grazie a esperienze come quella che ha portato «in questa terza edizione del festival, gli studenti dell’istituto scolastico “Casa degli Angeli” e del liceo musicale “G.B. Grassi” a impegnarsi nella realizzazione della sigla del Lecco Film Fest», conclude la curatrice della kermesse, Angela D’arrigo.

Fotogallery di Stefano Micozzi

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